Il beauty riparte più digital e internazionale

Sostenibilità, internazionalizzazione e digitalizzazione: sono le tre parole che segnano la ripartenza della cosmetica made in Italy, dopo le difficoltà causate dalla pandemia. Difficoltà che, in realtà, su questo comparto hanno pesato meno rispetto ad altri settori del manifatturiero, complici la sua storica resilienza e la flessibilità delle aziende che hanno risposto velocemente ai cambiamenti imposti dall’emergenza riconvertendo la produzione da profumi, makeup o skincare a gel e saponi igienizzanti per combattere il Covid-19 spesso donandoli a ospedali e strutture sanitarie; e, dal punto di vista della distribuzione, hanno implementando quello che si è rivelato il canale di vendita protagonista del 2020, e cioè l’e-commerce.

Tutto questo ha attutito - anche se solo in parte - l’impatto negativo della crisi economica e i ripetuti lockdown e ha messo le basi per ricominciare a crescere, anche se per arrivare ai livelli pre-Covid del 2019 bisognerà aspettare l’anno prossimo.

Secondo le previsioni del Centro studi di Cosmetica Italia, l’associazione di categoria, il 2021 si chiuderà con un fatturato dell’industria in crescita del 10,4% per un valore di 11,7 miliardi trainato da una domanda estera che sale del 14% rispetto al 2020 a 4,7 miliardi e dal mercato interno che si attesta a 10,6 miliardi (+8,5%). 

La ripresa degli scambi commerciali europei e internazionali e degli spostamenti su scala mondiale ha inciso positivamente sulle esportazioni che a fine anno raggiungeranno 4,7 miliardi (+14%) rispetto ai 4,2 miliardi del 2020 e ai quasi 5 miliardi del 2019 pre-crisi con una bilancia commerciale che supererà i 2 miliardi di euro. Francia, Germania e Stati Uniti sono i nostri mercati di riferimento, ma stanno diventando sempre più strategici i Paesi asiatici come Cina, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti.

Le campagne vaccinali e le misure di sicurezza a tutela della salute dei cittadini hanno accelerato il ritorno alle consuete abitudini di vita e di consumo con ripercussioni positive sui consumi che crescono dell’8,5% a 10,6 miliardi. L’e-commerce, protagonista assoluto degli acquisti durante la pandemia con un tasso di crescita del 42% nel 2020 che lo ha portato a diventare il quarto canale di vendita, conferma la sua posizione anche per quest’anno con un ulteriore incremento previsto del 29,7% per un valore di 900 milioni di euro.

In netto recupero profumeria (+22,1% a 1,9 miliardi), acconciatori (+14,8% a oltre 520 milioni) e centri estetici (+12,6% a 190 milioni), i canali che hanno sofferto maggiormente gli effetti della pandemia tra lockdown obbligatori e chiusure volontarie. Crescita costante (+1,5%) per i consumi di cosmetici nella grande distribuzione che con un valore di oltre 4,5 miliardi si conferma il primo canale di acquisto con una quota del 42,5% del mercato totale. Positiva (+4% a 1,9 miliardi) anche la farmacia, che esce rafforzata dal periodo pandemico per aver intercettato un’importante fetta di consumatori condizionati dalle chiusure e dalla necessità di acquistare i cosmetici in altri canali rispetto a quelli abituali. (ilsole 24ore)

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